Antonio Conte – “Hic et nunc”

Antonio Conte cerca la bellezza ovunque.

D’altronde, chi può ingabbiare il concetto di bellezza?
Nessuno.

Perché la bellezza è negli occhi di chi guarda, è quella ruga che solca le anime di ciascuno di noi.

Penetra nelle pietre, racconta le storie a bambini mai cresciuti, riempie i volti di commozione.

Quando esplode “hic et nunc” riesce ad essere ancora più sorprendente, perché rimane un attimo, un fulmine, una stella.
Da custodire, da ricordare, da raccontare anche quando non ci escono le parole e iniziamo a balbettare.

Conte parte proprio dal concetto di “qui ed ora”, scruta tutte le possibilità, si fa travolgere e ci travolge con dei colori che parlano da soli, di matrice assolutamente espressionista.

E non è un caso! Ci mette alla prova: nasconde la bellezza nei colori e la fa esplodere quando meno ce l’aspettiamo, come un colpo di scena in una storia che pensavamo di conoscere a memoria.
La nostra storia.

Quella dove anche il degrado può nascondere una scintilla.

Un pirata assetato di bellezza, un bambino esuberante alla costante ricerca della verità; la pop art che strizza l’occhio ai fauvisti e distrugge i tabù inesistenti della classicità, un continuo scambio di innocenza e carnalità, quotidianità e surrealtà.

La bellezza è qui ed ora! Un’urgenza, una scoperta, un particolare che ci sfugge. Non è racchiusa né nel passato né nel futuro, semplicemente esiste!

E’ una necessità.

E’ resistenza.

E’.

 

Rita Alessandra Fusco

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